Moglie non apre porta
Seduto sul divano si accende una
sigaretta. Ha appena risolto un problema non da poco: la moglie non riusciva ad
aprire la porta ed era rimasta fuori casa. La prima cosa l’aveva chiamato. Lui
in campagna. 33 gradi all’ombra. Lavoro. Gli stavano montando il
condizionatore. La birra nel frigo. I pantaloncini corti, un po’scollacciati.
Una canottiera sobria, grigia. Alla moglie non piaceva. Magnifica.
All’idea di mettersi in macchina
per un’ora e mezzo aveva tremato. Poi aveva pensato di chiamare il signor Anello.
Ah, che bello.
Il signor Anello è andato e ha
sbrigato. Mezz’oretta, avrà impiegato.
Lui però non se n’era rimasto con
le mani in mano a godersi la campagna refrigerata dal condizionatore e a bersi
una birra ghiacciata mentre bolliva la pignata.
Al telefono, si era attaccato.
Disposizioni ordinate: se vuoi entrare dalla finestra la scala è lì, ce ne sono
tre, una è di legno. Nel garage. Non hai le chiavi? I vicini. La zia. Non ci
sono? La casa accanto, che stanno ristrutturando. Gli operai. Una scala loro l’avranno.
Non sudava però perché l’agitazione collo spauracchio di quando la moglie gli
aveva comunicato la notizia era sparita. Lucido, tranquillo e con voce
stentorea trasmetteva i suoi consigli
dentro la cornetta del vecchio telefono di campagna. I tecnici intanto avevano
finito di montare il condizionatore. 33 gradi fuori. 26 dentro.
Come dici? Il signor Anello non
riesce a entrare? Ah, è riuscito a entrare? Bene. Ha dovuto lasciare la porta
aperta per paura che non si aprisse più? Bene. E i bambini? Giulia dormiva nel
suo passeggino in macchina al sole? si è svegliata? E Pietro? Bene. Buon
pomeriggio. Gli bolliva la pasta e la birra era agli sgoccioli.
0 Commenti:
Posta un commento
Iscriviti a Commenti sul post [Atom]
<< Home page