mercoledì 28 novembre 2012

Moglie non apre porta

Seduto sul divano si accende una sigaretta. Ha appena risolto un problema non da poco: la moglie non riusciva ad aprire la porta ed era rimasta fuori casa. La prima cosa l’aveva chiamato. Lui in campagna. 33 gradi all’ombra. Lavoro. Gli stavano montando il condizionatore. La birra nel frigo. I pantaloncini corti, un po’scollacciati. Una canottiera sobria, grigia. Alla moglie non piaceva. Magnifica.
All’idea di mettersi in macchina per un’ora e mezzo aveva tremato. Poi aveva pensato di chiamare il signor Anello. Ah, che bello.
Il signor Anello è andato e ha sbrigato. Mezz’oretta, avrà impiegato.
Lui però non se n’era rimasto con le mani in mano a godersi la campagna refrigerata dal condizionatore e a bersi una birra ghiacciata mentre bolliva la pignata.
Al telefono, si era attaccato. Disposizioni ordinate: se vuoi entrare dalla finestra la scala è lì, ce ne sono tre, una è di legno. Nel garage. Non hai le chiavi? I vicini. La zia. Non ci sono? La casa accanto, che stanno ristrutturando. Gli operai. Una scala loro l’avranno. Non sudava però perché l’agitazione collo spauracchio di quando la moglie gli aveva comunicato la notizia era sparita. Lucido, tranquillo e con voce stentorea trasmetteva i suoi consigli dentro la cornetta del vecchio telefono di campagna. I tecnici intanto avevano finito di montare il condizionatore. 33 gradi fuori. 26 dentro.
Come dici? Il signor Anello non riesce a entrare? Ah, è riuscito a entrare? Bene. Ha dovuto lasciare la porta aperta per paura che non si aprisse più? Bene. E i bambini? Giulia dormiva nel suo passeggino in macchina al sole? si è svegliata? E Pietro? Bene. Buon pomeriggio. Gli bolliva la pasta e la birra era agli sgoccioli.
    

 

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