La via Cilea è distante
dall’albero Falcone della via Notarbartolo quanto la via Notarbartolo dalla via
D’Amelio. Più o meno. Sotto casa del giudice Falcone in via Notarbartolo e
della mamma del giudice Borsellino in via D’Amelio tutto è pulito, tirato a lucido
da vent’anni a questa parte dove si ripetono incessantemente manifestazioni e
passerelle, Istituzionali e non. In via Cilea il segno più tangibile dello
Stato è la zona rimozione sotto casa del giudice Borsellino, che lì abitava. Di
fronte il palazzo un piccolo spiazzo in una rientranza del marciapiede con due
lapidi. In una c’è scritto: “Palermo non mi piaceva, per questo imparai ad
amarla, perché il vero amore consiste nell’amare ciò che non piace per poterlo
cambiare. Paolo Emanuele Borsellino”. Nell’altra: “Questo luogo da rispettare
ricorda Paolo Borsellino, Agostino Catalano, Walter Cusina, Vincenzo Li Muli,
Claudio Traina, Emanuela Loi”. Tutto intorno, immondizia. Scritto, fotografato e pubblicato da Alessio Gervasi su Il Fatto Quotidiano il 19/07/2012
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