venerdì 23 novembre 2012

Ventennale della strage di via D'Amelio

La lapide che ricorda Borsellino e la sua scorta
La via Cilea è distante dall’albero Falcone della via Notarbartolo quanto la via Notarbartolo dalla via D’Amelio. Più o meno. Sotto casa del giudice Falcone in via Notarbartolo e della mamma del giudice Borsellino in via D’Amelio tutto è pulito, tirato a lucido da vent’anni a questa parte dove si ripetono incessantemente manifestazioni e passerelle, Istituzionali e non. In via Cilea il segno più tangibile dello Stato è la zona rimozione sotto casa del giudice Borsellino, che lì abitava. Di fronte il palazzo un piccolo spiazzo in una rientranza del marciapiede con due lapidi. In una c’è scritto: “Palermo non mi piaceva, per questo imparai ad amarla, perché il vero amore consiste nell’amare ciò che non piace per poterlo cambiare. Paolo Emanuele Borsellino”. Nell’altra: “Questo luogo da rispettare ricorda Paolo Borsellino, Agostino Catalano, Walter Cusina, Vincenzo Li Muli, Claudio Traina, Emanuela Loi”. Tutto intorno, immondizia.   
Scritto, fotografato e pubblicato da Alessio Gervasi su Il Fatto Quotidiano il 19/07/2012    

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